martedì 6 dicembre 2011

South Pollution

"La portata di un condotto è il volume liquido che passa in una sua sezione nell'unità di tempo [..], a regime permanente la portata è costante attraverso una sezione del condotto" (Dott.Battiato)*
*Tipica citazione travagliana del suo mito (presumo)
Franco Battiato  pare che sia laureato in   fisica.
Articolo scritto oggi su Tempostretto.it
GANZIRRI
Canale Due Torri: acquario o trappola per pesci?
Il canale chiamato "Due Torri" che collega il Lago Grande di Ganzirri alle acque dello Stretto, zona naturale protetta, si trova in stato di abbandono. Il fondo quasi sempre colmo di sabbia e detriti, impedisce il normale flusso e ricambio delle acque, causando una mancata ossigenazione che si ripercuote sull'ecosistema del lago.
 
In un periodo di carestia in cui ogni cosa è buona da mettere sotto i denti, quello che si è venuto a creare in questo canale potrebbe essere un buon espediente e una buona risorsa. Un gran numero di pesci si ammassa infatti in questa striscia d'acqua, la più vicina al mare e perciò la più ossigenata, formando un serpentone lungo quanto lo stesso Canale, che dovrebbe servire da comunicazione con il Lago Grande.
Non siamo in tempi di carestia, per fortuna, e sicuramente mai a qualcuno passerebbe per la testa di pescare in acque diventate quasi del tutto stagnanti piene zeppe di pesci agonizzanti e moribondi.
Sarebbe semmai interessante osservare questi poveri pesci, che per la ricerca disperata di ossigeno,  si prodigano in salti, sguazzando fuori dall'acqua.
E' questo spettacolo si ripete ormai con una certa frequenza, sotto gli occhi sia dei residenti che dei turisti, che in estate affollano le zone lungo il mare e i laghi.
Quello che accade in realtà è semplice. Canali come quello delle "Due Torri" consentono quotidianamente alle acque dei laghi un normale ricambio e ossigenazione, fondamentale per le specie viventi che vivono in quell'habitat, ma necessitano di un'adeguata cura e manutenzione, per evitare che sabbia e detriti (oltre ai sempre presenti rifiuti di ogni genere), impediscano un normale flusso delle acque in entrata ed uscita.
 
Dalla segnalazione di un gruppo di circa 40 residenti tra cui il sign. Sciarrone e il Sign. Arena, apprendiamo invece che queste manutenzioni non avvengono in maniera regolare e puntuale": Ci troviamo spesso soli e subiamo l'incuria di questi spazi che dovrebbero essere maggiormente salvaguardati". "D'estate", ci raccontano, "gli effetti si ripercuotono sia sull'immagine che Messina offre ai turisti, sia sulla nostra salute, vista una grande presenza di zanzare e insetti”
In molti casi gli stessi residenti si sono dovuti attrezzare per liberare alcune zone del fondale dalla sabbia. I fondi per queste ordinarie manutenzioni, sarebbero già stanziati dalla Provincia, che ha previsto ulteriori lavori solo a fine anno. Sembra comunque poco, visto le condizioni attuali del canale, e un periodo autunnale che non ci risparmia mai dalle mareggiate. Serve di più, considerando soprattutto che si tratta di un'area naturale protetta.

E' arriviamo forse al punto più importante e delicato, che riguarda in modo ampio tutti noi: quello appunto dell'Area protetta.
La zona del canale ricade infatti sotto l'area protetta della Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro, istituita ormai 10 anni or sono . Sorgono spontanei i dubbi perciò su cosa le istituzioni intendono fare per rendere effettivamente protetta e salvaguardata tutta l'area dei laghi, compresi i canali che svolgono un ruolo fondamentale per un ecosistema fragile e delicato come quello di Ganzirri e dello Stretto di Messina.
Uno straordinario ecosistema a detta dei più esperti, serbatoio di biodiversità con la sua abbondanza di svariate specie come pesci ed uccelli e che si trova in una delle aree più belle e uniche del Mediterraneo.


I residenti richiamano l'attenzione per il luogo in cui vivono, ci auguriamo che la cittadinanza tutta, dalle istituzioni in poi, risponda con forza per tenere protetta un area, densamente abitata e particolarmente preziosa, che potrebbe diventare approdo turistico per 365 giorni l'anno e non solo nella stagione estiva.

Guardate che magnifico paesaggio anche da qua. (Foto di Dino Sturiale)

martedì 29 novembre 2011

L'altra verità (cineforo)

Oggi vado al cineforum della mia città. Mi siedo senza neppure sapere che film danno, tanto che vi vado ormai quasi solo perchè ho già pagato l'abbonamento annuale e non mi costa nulla in più. L'unico problema relativo è che mi trovo sempre solo ad andarci e questo, in una città in cui tutti escono sempre con qualcuno e un disincentivo a muoversi dalla poltrona o dal divano qualsivoglia. Torniamo al film.
L'altra verità o col titolo in lingua originale Route Irish, che  si svela essere il luogo in cui avviene il fatto principale, e da cui si svolge e viene raccontata tutta la storia: un contractor inglese muore in circostante non accertate e il miglior amico fa di tutto,come nelle classiche tv-series poliziesche, per scoprire cos'è realmente accaduto. Il film passa da fasi documentaristiche ("il docu-film o docu-drama è la tecnica caratteristica del regista Ken Loach", si legge nella biografia), a momenti appunto di puro"drama", (anche troppo per i miei gusti, che appena intravedono qualcosa simile a CSI o avvocati in divisa o ai troppi telefilm nuovi di cui ignoro il nome, cambiano canale).
                    "Wrong place. Wrong Time. Posto sbagliato al momento sbagliato"
                           Fergus, il protagonista, prima di commettere una ulteriore grossa cazzata.
La storia diventa artificiosamente e giustamente forte quando si focalizza sulle crudezze della guerra in Iraq, sulla condizione del soldato nei nuovi scenari di battaglia e sulla sua solitudine umana.
I personaggi sembra che vadano esattamente dove si immagina che possano finire quando si è passato metà film. Ovvero la coo-protagonista si becca un'infatuazione amorosa per il protagonista (amico del suo fidanzato), che a sua volta dopo aver sfogato la sua collera contro dei perfetti cattivi idioti (uccidendoli con violenza), si suicida buttandosi da un traghetto. Fine. Una puntata televisa, frammezzata, da scene da Apocalypse now in Iraq e Il cacciatore (The deer hunter) a Liverpool.
A voler analizzare i singoli fotogrammi, emerge con forza il tema dei contractor, ossia dei moderni mercenari nelle ultime guerre (moderne) in Medio Oriente. Si ripropone inoltre la solita attenzione al soldato sconvolto (vedi The Hurt Locker) che non riesce a cambiare le regole di un mondo dominato da sporchi capitalisti che giocano ogni mattina a golf e da meccanismi finanziari immodificabili. Ovvero ricchi brutti e cattivi vs buoni tristi e sconsolati. Vediamo chi vincerà la battaglia.
A mio avviso vincono sempre i buoni tristi e sconsolati che si buttano nel fiume e chiudono il film, impedendo ai cattivi rimasti vivi di raccontare il continuo della loro storia. Restano i cattivi infine, soli. Ma il film si chiude lì:  non sapremo mai cosa gli accadrà, se redimeranno se stessi, se daranno al mondo altri buoni rattristati che redimeranno la società corrotta dei padri. Fra qualche anno probabilmente gireranno un film sgli indignados dei noialtri contro i cattivi sporchi banchieri che prendono il potere e fanno le regole. Oops mi sa che ne hanno fatto una serie televisiva e web che sta girando già da un pò, speriamo che non riprenda o che qualcuno ne faccia un film davvero.