martedì 3 gennaio 2012

Notte della cultura/1 Renato Accorinti e la sua battaglia



 Foto scattate da Renato Accorinti all'interno deigli ex-locali della biblioteca comunale e archivio storico T.Cannizzaro.


Siamo stati così abituati alle "notti della cultura", che la Cultura è ormai in un sonno profondo da molto tempo.

Era un inizio d'inverno mite e la luce illuminava ancora i pomeriggi dello Stretto. Era una di quelle giornate in cui si ha voglia di godere del tempo e di prendersi una pausa da tutto. Un momento adatto per una lettura, per distrarsi un attimo e ricaricare le energie mentali. Da qui ebbe inizio la mia piccola avventura (quel che segue è una cronaca di come andarano i fatti),

Dicembre 2011 

Sul sito istituzionale del comune di Messina apprendo che la Biblioteca Comunale 
"T.Cannizzaro" è situata in Via Catania is.26/A. Tra gli orari di apertura al pubblico, vi è anche una fascia pomeridiana il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00. Bene, prendola mia bicicletta , esco nonostante il freddo. Ho proprio voglia di una bella lettura. Chissà cosa troverò: romanzi, libri storici, di avventura, saggi politici. Porto con me gli occhiali da vista e mi affretto (si la lettura mi affatica gli occhi!).
Arrivo all'indirizzo indicato. Un cancello chiuso e un'insegna: Magaclà ludoteca. Ci deve essere uno sbaglio. Per fortuna, non sperando di riuscire al  primo tentativo, mi sono portato dietro il numero che chiamo in pochi secondi. Dopo 5 minuti di squilli a vuoto, l'ho già imparato a memoria. Niente da fare. Nada. Rien. Perplessità rotta improvvisamente da un lampo nella memoria: l'archivio storico! Ne ho sentito parlare, anzi, ho letto qualche articolo che parlava delle proteste (dell'attivista) Renato Accorinti,per il completo stato di abbandono dell'Archivio Storico che quando andavo alle scuole medie, era situato proprio lì, al piano sopra la mia classe. Mia madre insegnante, vi ha fatto anche qualche ricerca storica. Io, non ci sono mai entrato, ma l'ho sempre immaginato come un museo pieno zeppo di documenti vecchi e inutili. Ora si doveva trovare sempre lì a quanto ne sapevo, spostato però in uno scantinato, in un vicolo tra la scuola e la polizia provinciale, chiuso al passaggio da due cancelli. Inforco nuovamente la bicicletta, e vado, aspettandomi di trovare lì finalmente la mia agognata biblioteca.

"Magari l'avranno messe insieme" (la biblioteca e l'archivio storico sono da indentersi cose differenti e separate ndr) anche se chissà cosa vi troverò e in che condizioni.
Avevo visto già il video, dello stesso Renato, e non nutrivo troppo fiducia nel trovare qualche libro intero, ma almeno avrei saputo dove caspita fosse la (mia) biblioteca comunale, se mai esistesse, se fosse mai esistita. Invece ancora niente. Chiusa. Aspetto qualche minuto. Chiedo a qualche passante, ma nessuno sa dirmi niente. Perplesso ancora, torno nuovamente a casa.
Nutro ancora qualche speranza di venire a conoscenza di qualche indizio o di qualsiasi cosa. Non convinto perciò prendo il telefono e chiamo direttamente il centralino del Comune di Messina. "Cosa cerca lei??", mi domanda sorpresa una voce dall'altra parte. "La biblioteca comunale!" ribatto deciso. "Ah... ok, chiami questo numero...... Buongiorno, arrivederci.....". Spiaziato ma non troppo, faccio il numero e ancora mi rispondono con un lieve tono di sorpresa, ma alla fine riescono a passarmi qualche responsabile. Non chiedo il nome di chi fosse , ma una voce femminile mi rivela che tutto l'Archivio Storico e la rispettiva biblioteca sta per essere spostata interamente al Palazzo della Cultura (appena completato dopo lunghissimi lavori, sito in Viale Boccetta). Io chiedo più spiegazioni, non tanto il quando, ma da quando è stato spostato tutto, e perchè sul sito c'è ancora  l'indirizzo vecchio e l'orario di apertura al pubblico, mentre è tutto chiuso, e non si sa quando riaprirà. Ma mi si risponde solo che "il trasporto richiederà tempo e la biblioteca sarà accessibile solo a fine gennaio". Dopo un'ora e mezza di ricerca. Rimango sul divano è non posso che arrendermi all'evidenza: la mia città non ha biblioteche pubbliche e la gente non sembra tanto interessarsene di averne una, a parte qualcuna sparpagliata tra le facoltà nelle università, o l'archivio regionale, anche quello sparpagliato tra vari uffici e magazzini e non completamente accessibile.


Salvatore La Fauci, La dott. Campanella, il sindaco Buzzanca, chi risponderà di questo? Chi risponderà a Renato Accorinti, professore, che si appresterà a fare uno sciopero della fame, davanti al Palacultura? Chi risponderà ai bambini, a quelli appena nati, o che si apprestano a nascere in una città che non riconosce la cultura accessibile a tutti? Chi risponderà alla storia, che vede la città di Pugliatti, di Pietro Gori, di Martino di Stefano d'Arrigo ridursi ad una città che disconosce la cultura, che non propone niente alle menti, se non clientelismo e menefreghismo?
E soprattutto, chi farà  loro queste domande? Dove sono finiti gli "intellettuali messinesi, i professori amanti della cultura, gli studenti che chiedevono una cultura libera, dove? Forse in qualche bar letterario o stanno già aspettando di studiare in qualche università del nord più prestigiosa, non preoccupandosi troppo del fatto che nel frattempo anche Trenitalia sta riducendo i treni per emigrare.   


"In un paese del nord, un lettore". Biblioteca della facoltà di scienze umane dell'Università di Bergen, Norvegia. Ogni studente può liberamente accedere a vari volumi. Tra questi in lingua originale italiana Marcovaldo di Italo Calvino e Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo (scrittore messinese)