domenica 28 ottobre 2012

Conferenze dal Tardo Impero


Conferenze, perchè trattasi dell'ennesima conferenza stampa indetta dal Leader con conseguenti dichiarazioni attese e discostanti in meno di tre giorni.
Tardo, perchè arriva ancora in ritardo rispetto ai nuovi problemi della realtà, riproponendo ancora gli antichi e annosi argomenti della sua discesa in campo e dei suoi programmi politici da diciottanni a questa parte.
Impero perchè sempre di quello si sta parlando: dei Suoi problemi, della Sua sentenza, dei Suoi giudici. Tutto questo in una sala stile Ancien Règime, con tanto di trucco e parrucco, telecamera fissa, grande folla e i fedeli in prima linea.

Gli argomenti affrontati sono stati: la magistratocrazia (conio del nuovo termine!); i giudici comunisti di parte, fino ai massimi livelli della giurisprudenza; le tasse sulle case; la culona della Merkel; la riforma Costituzionale (da fare senza "quei comunisti") e via dicendo.
Stranamente risponde a tutte le domande che gli sono poste: "Ridiscende in campo?". B.:"Resto in campo, non l'ho mai abbandonato!".
 E forse è questa l'ultima triste notizia che getta acqua ghiacciata sui bollori  di appena un giorno addietro, quando con una sentenza sembrava essere stata per lui la fine.  Invece Lui non tramonta mai, come lo stile Ancien Règime e i gusti decadenti da Tardo Impero.

lunedì 8 ottobre 2012

Molti lo sanno, moltissimi no. Cineforo/2 stagione 2012-13



Non faccio pubblicità, solo informazione culturale di nome e di fatto. Quello che leggerete qui e in successivi post di eventi, sarà una lista di avvenimenti, occasioni a cui penso valga la pena di assistere e partecipare, per sperare di sentirsi un po' vivi in questa spenta città.



Cineforum Don Orione ogni Lunedì (si parte sta sera con una proiezione gratuita)

Anche quest'anno riparte la stagione del Cineforum Don Orione a Messina, arrivata alla 50esima edizione. Età riguardevole viste le note  crescenti difficoltà di promozione culturale in città.
Come ogni anno, venti film "mai visti" a Messina, film d'autore, artisti italiani, opere prime, tutte con almeno un riconoscimento o nomina da critica e festival internazionali.
Nonostante la denunciata e assenza delle istituzioni locali e regionali, questa piccola realtà resiste e riesce a mantenere alto il livello di qualità dei film e l'accessibilità al pubblico.
Per poter assistere bisogna sottoscrivere un abbonamento (ridotto per studenti universitari, questo si grazie all'Ersu, ma leggermente aumentato), o pagare il prezzo del biglietto per ogni singola proiezione.

Segue una breve descrizione dei film che potete trovare anche al sito del Cineforum, insieme a tutte le informazioni necessarie.


Cosa piove dal cielo? (Un cuento chino) Un film di S.Borensztein. Premio al Miglior Film e del Pubblico al Festival Internazionale del Film di Roma, 2011.
Riapre il cineforum con la consueta commedia a ingresso gratuito. Non è solitamente indicativa del cachet dei restanti film, ma da comunque un piccolo assaggio della stagione che incomincia: si testano le sedie, il vicino da affiancare, si trova il proprio posto.
Un routinario commerciante di Bueinos Aires, con la mania di collezionare notizie assurde dal mondo, diviene egli stesso protagonista di una bizzarra vicenda...
Accostato a tante commedie dai protagonisti complessi e surreali, si dipana su un efficace e costruito schema già collaudato.
Non fatevi abbattere dalla prova ma nemmeno esaltare, c'è tanto tempo per recuperare e non è detto che non sia anche questo film a sorprenderti positivamente.

Le nevi del Kilimangiaro “Dramma sociale contemporaneo” ispirato ad un'opera di Victor Hugo. Film di Robert Guediguain, presentato alla Selezione Ufficiale “un Certain Regard” del Festival di Cannes, nel 2011. Nomination ai Cesar 2012, Miglior attrice per Ariane Ascaride.

Almanya, la mia famiglia va in Germania film di Y.Samdereli in concorso al Festival di Berlino 2011. Commedia sull'integrazione tedesca, come ce ne sono state tante negli anni, grazie all'opera di registi come Fatih Akin.
E' la storia di un immigrato turco che dopo 45 anni decide di ritornare in patria e di portare con se la propria allegra famiglia, che nel frattempo si è allargata a più livelli di generazioni, compresa quella più integrata e che avrà più perplessità riguardo al ritorno in un paese “straniero”. Il vero protagonista è la famiglia o meglio l'integrazione generazionale della famiglia, con ciò che si porta dietro, contrasti e divertenti malintesi. Non farebbe male rivedere in questo film anche la nostra storia, passata e presente. Consigliato! http://www.youtube.com/watch?v=OkVlwQPPCh4

martedì 18 settembre 2012

Chi è causa dei suoi mali, pianga se stesso.

Mentre cade l'abituale pioggia autunnale facendo gli abituali danni, la gente accende la TV e controlla se qualcuno sta parlando o meno di loro. Se i tg non ne parlano, si sentono offesi, come se stessero negando l'accaduto.


E intanto ogni anno, abitualmente la pioggia cade e cadono le case accanto. Ma il retorico è lì sul divano col telecomando che capta le "offese al sud" e trova il tempo di scrivere su facebook  che c'è il solito complotto massonicomediatico-chipiùnehanemetta e non si accorge che in realtà ciò che gli capita accanto non fa semplicemente e tristemente più notizia, come la pioggia a Settembre.              

E cercando la prova della tangibilità della tragedia in tv, questa si idealizza. Diventa altro: un puro accidente. Si distacca dalla tragedia parallela di un paese dalla memoria corta, che continua a commettere gli stessi errori. Che poi forse è uno solo: l'errore di prospettiva, ovvero il non guardare oltre all'accidente, oltre alla casualità della tragedia, alla banalità del nostro male e soprattutto oltre alla televisione. La tragedia non è lì.

P.s.
Oltre alle solite vacue chiacchere dei politici siciliani e le tristi conferme d'abusivismo, pare che Federalberghi del posto si sia espressa contro un'informazione "eccessivamente tragica", che spaventa il turismo. Passata la stagione delle pioggie sotto con le chiacchere.


sabato 21 luglio 2012

Rassegna cazzautorale/1

Questo è il primo degli articoli della mia personalissima rubrica musicale sul blog. Dopo quelle di cronaca, di cinema e di cazzeggio ne è giunta finalmente l'ora. Sì, perchè la stagione estiva è ormai iniziata da un pezzo, e con essa le varie tournèes che hanno portato sui nostri lidi una quantità astronomica di musicisti, gruppi, e cantanti.
La rassegna si concentra sulla leva degli anni Zero (come direbbe anche il Vasco Brondi) e degli ultimi anni e vuole semplicemente essere d'informazione per scoprire le entità che si aggirono intorno alle nostre piste, mentre beviamo un cocktail e rimorchiamo con alterna fortuna.

Iniziamo questa nuova rubrica che rivoluzionerà il panorama delle riviste musicali (ma anche di quelle di bassa lega) , introducendo un artista che si presta molto al titolo della rassegna: Mapuche.

Chi è Mapuche? E perchè diavolo Mapuche?


Come leggiamo dal suo myspace, l'idea è di Enrico Lanza, (naturalmente) catanese, che nasce in "una stanzetta con chitarre scordate e una voce piena di ragni, granchi e altre cose un po' strane" [meglio fermarci qui (cit. Lolliana)], "per gioco e per amarezza".
Mapuche è il nome di un'etnia indigena tra Cile e Argentina, (letteralmente "popolo della terra") e della corrispettiva cultura e musica. Sembra quindi dal nome, un cantautore che come tanti ha solide radici nel posto in cui vive e cerca di esserne il microfono o nel suo caso il suono gutturale che viene dalle viscere del  vissuto quotidiano.
Non ho ancora capito dove voglia spingersi questo "Mapuche", ma è chiaro che voglia rompere le scatole alla propria maniera, con un pò di irriverenza verso l'attuale revival cantautorale "ipocrita".
Infatti basterebbe quest'ultima affermazione per fare un quadro generale dell'artista: Mapuche è un pugno nello stomaco. Mette in crisi l'ascoltatore e lo costringe a misurarsi con la propria meschinità e con l'insensatezza del mondo in cui (non) vive.
Primo provino di tre brani nel 2008, primo EP ufficiale (Anima Latrina) nell'Aprile del 2011, e primo ufficialissimo disco nel dicembre scorso dal nome "L'uomo nudo" per Viceversa Records.

Per farsi un giudizio particolareggiato e testare il pugno nello stomaco non resta altro che andare a vederlo. Domenica alle 19h nel solito lido Messinese sottu u' Piluni (Horcynus orca, per chi non sapesse).

martedì 21 febbraio 2012

Thank god it's monday


sottotitolo:  prove tecniche di trasmissione - video commento Brunori Sas

Non avendo di meglio da fare, o almeno di più proficuo, mi sono cimentato in una prova di video commento del concerto della Brunori Sas a Messina di Sabato 18 Febbraio 2012.
L'occasione si prestava per due altre ragioni più meritevoli: inaugurazione del nuovo locale "alternativo" di Messina in vece dell'ex, ormai storico 5/4; Dario Brunori, figura sempre più emergente,  per canzoni e immagine, della scena musicale e cantautorale italiana.


Beccatevi sto video!
Brunori Sas al "Retronouveau" di Messina
E siate clementi.

Brunori Sas, ovvero la "società musicale" di Dario Brunori. Calabrese, cantautore quasi per caso, dopo una parentesi con gruppi quali i Blume, esordisce nella formazione attuale nel 2009 con l'album Vol.1 che vince il Premio Ciampi (come miglior album d'esordio - rettifico nel video) e vincendo l'anno dopo il Premio Tenco come miglior autore emergente. Il secondo album (Vol.2 - Poveri cristi), meno introverso nei testi, rispetto al primo, lo porta con un altro tour, a suonare in tutta Italia. 
                                                                                       

giovedì 16 febbraio 2012

Nuovo Design.
Non è che mi sia applicato poi così tanto. O meglio, ancora non è completo ma almeno l'ho reso più leggibile ed al passocolweb.
Sempre se qualcuno si accorgerà in futuro di questo cambiamento: l'ho fatto per voi, miei futuri e improbabili lettori, che passerete forse di qui per caso, e ve ne andrete in un cliccar di mouse.

Speriamo che anche il Blogger ne acquisti in maggiore comodità d'uso del mezzo. Nonostante questo blog sia partito male, non è detto che sia destinato a morire. Non subito, o almeno non senza una lenta e sana agonia (ha la stessa radice di agonismo) per non restare nell'oblio. O forse ciò che inizia male finisce comunque peggio(?!).







martedì 3 gennaio 2012

Notte della cultura/1 Renato Accorinti e la sua battaglia



 Foto scattate da Renato Accorinti all'interno deigli ex-locali della biblioteca comunale e archivio storico T.Cannizzaro.


Siamo stati così abituati alle "notti della cultura", che la Cultura è ormai in un sonno profondo da molto tempo.

Era un inizio d'inverno mite e la luce illuminava ancora i pomeriggi dello Stretto. Era una di quelle giornate in cui si ha voglia di godere del tempo e di prendersi una pausa da tutto. Un momento adatto per una lettura, per distrarsi un attimo e ricaricare le energie mentali. Da qui ebbe inizio la mia piccola avventura (quel che segue è una cronaca di come andarano i fatti),

Dicembre 2011 

Sul sito istituzionale del comune di Messina apprendo che la Biblioteca Comunale 
"T.Cannizzaro" è situata in Via Catania is.26/A. Tra gli orari di apertura al pubblico, vi è anche una fascia pomeridiana il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00. Bene, prendola mia bicicletta , esco nonostante il freddo. Ho proprio voglia di una bella lettura. Chissà cosa troverò: romanzi, libri storici, di avventura, saggi politici. Porto con me gli occhiali da vista e mi affretto (si la lettura mi affatica gli occhi!).
Arrivo all'indirizzo indicato. Un cancello chiuso e un'insegna: Magaclà ludoteca. Ci deve essere uno sbaglio. Per fortuna, non sperando di riuscire al  primo tentativo, mi sono portato dietro il numero che chiamo in pochi secondi. Dopo 5 minuti di squilli a vuoto, l'ho già imparato a memoria. Niente da fare. Nada. Rien. Perplessità rotta improvvisamente da un lampo nella memoria: l'archivio storico! Ne ho sentito parlare, anzi, ho letto qualche articolo che parlava delle proteste (dell'attivista) Renato Accorinti,per il completo stato di abbandono dell'Archivio Storico che quando andavo alle scuole medie, era situato proprio lì, al piano sopra la mia classe. Mia madre insegnante, vi ha fatto anche qualche ricerca storica. Io, non ci sono mai entrato, ma l'ho sempre immaginato come un museo pieno zeppo di documenti vecchi e inutili. Ora si doveva trovare sempre lì a quanto ne sapevo, spostato però in uno scantinato, in un vicolo tra la scuola e la polizia provinciale, chiuso al passaggio da due cancelli. Inforco nuovamente la bicicletta, e vado, aspettandomi di trovare lì finalmente la mia agognata biblioteca.

"Magari l'avranno messe insieme" (la biblioteca e l'archivio storico sono da indentersi cose differenti e separate ndr) anche se chissà cosa vi troverò e in che condizioni.
Avevo visto già il video, dello stesso Renato, e non nutrivo troppo fiducia nel trovare qualche libro intero, ma almeno avrei saputo dove caspita fosse la (mia) biblioteca comunale, se mai esistesse, se fosse mai esistita. Invece ancora niente. Chiusa. Aspetto qualche minuto. Chiedo a qualche passante, ma nessuno sa dirmi niente. Perplesso ancora, torno nuovamente a casa.
Nutro ancora qualche speranza di venire a conoscenza di qualche indizio o di qualsiasi cosa. Non convinto perciò prendo il telefono e chiamo direttamente il centralino del Comune di Messina. "Cosa cerca lei??", mi domanda sorpresa una voce dall'altra parte. "La biblioteca comunale!" ribatto deciso. "Ah... ok, chiami questo numero...... Buongiorno, arrivederci.....". Spiaziato ma non troppo, faccio il numero e ancora mi rispondono con un lieve tono di sorpresa, ma alla fine riescono a passarmi qualche responsabile. Non chiedo il nome di chi fosse , ma una voce femminile mi rivela che tutto l'Archivio Storico e la rispettiva biblioteca sta per essere spostata interamente al Palazzo della Cultura (appena completato dopo lunghissimi lavori, sito in Viale Boccetta). Io chiedo più spiegazioni, non tanto il quando, ma da quando è stato spostato tutto, e perchè sul sito c'è ancora  l'indirizzo vecchio e l'orario di apertura al pubblico, mentre è tutto chiuso, e non si sa quando riaprirà. Ma mi si risponde solo che "il trasporto richiederà tempo e la biblioteca sarà accessibile solo a fine gennaio". Dopo un'ora e mezza di ricerca. Rimango sul divano è non posso che arrendermi all'evidenza: la mia città non ha biblioteche pubbliche e la gente non sembra tanto interessarsene di averne una, a parte qualcuna sparpagliata tra le facoltà nelle università, o l'archivio regionale, anche quello sparpagliato tra vari uffici e magazzini e non completamente accessibile.


Salvatore La Fauci, La dott. Campanella, il sindaco Buzzanca, chi risponderà di questo? Chi risponderà a Renato Accorinti, professore, che si appresterà a fare uno sciopero della fame, davanti al Palacultura? Chi risponderà ai bambini, a quelli appena nati, o che si apprestano a nascere in una città che non riconosce la cultura accessibile a tutti? Chi risponderà alla storia, che vede la città di Pugliatti, di Pietro Gori, di Martino di Stefano d'Arrigo ridursi ad una città che disconosce la cultura, che non propone niente alle menti, se non clientelismo e menefreghismo?
E soprattutto, chi farà  loro queste domande? Dove sono finiti gli "intellettuali messinesi, i professori amanti della cultura, gli studenti che chiedevono una cultura libera, dove? Forse in qualche bar letterario o stanno già aspettando di studiare in qualche università del nord più prestigiosa, non preoccupandosi troppo del fatto che nel frattempo anche Trenitalia sta riducendo i treni per emigrare.   


"In un paese del nord, un lettore". Biblioteca della facoltà di scienze umane dell'Università di Bergen, Norvegia. Ogni studente può liberamente accedere a vari volumi. Tra questi in lingua originale italiana Marcovaldo di Italo Calvino e Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo (scrittore messinese)