sabato 8 giugno 2013

Renato Accorinti e la sua battaglia per la biblioteca comunale




Siamo senz'altro in una città dove regna l'apatia e l'ineducazione civica. Ma, non siamo stupidi: tendiamo comunque ad occuparci delle cose quando (ci) servono, e in particolare in prossimità delle elezioni quando  ci viene data  una piccolissima opportunità di cambiamento.

Il 9 e il 10 Giugno, molti comuni siciliani saranno chiamati a rinnovare i consigli comunali e le cariche elettive di sindaco. Le elezioni regionali dello scorso ottobre hanno dato un forte segnale, sia per quanto riguarda il cambiamento ai vertici dell'Ars e i nuovi schieramenti eletti, che per la forte astensione  che ha dimostato quanto i siciliani si siano disaffezionati alla tradizionale politica che ha dominato l'isola dal dopoguerra in poi.
A Messina, il dovere di  scuotere il predominio elettorale  dei due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra toccherà quasi per certo ad un tale, Renato Accorinti, sceso in campo con una lista civica "Cambiamo Messina dal basso".
La sua candidatura non è conseguenza di decisioni prese dall'alto in sezioni di partiti o movimenti politici, ma scaturisce dalla raccolta di migliaia di firme tra comuni cittadini messinesi.  E senz'altro non  è avvenuta "all'improvviso". Chi vive a Messina (e anche fuori) sa chi è Accorinti e sa che il suo impegno civile e politico è stato così persistente e  costante che si avvertiva quasi nell'aria che questa volta, finalmente,  sarebbe dovuto toccare proprio a lui scuotere i sonnolenti apparati partitici e proporsi a tutti i suoi concittadini come inquilino di Palazzo Zanca.

Non è retorica. Anche chi non è stato d'accordo con alcune delle sue battaglie, come quella del Ponte, può riconoscere la passione trascinante che lo contraddistingue. Non può nascondere l'influenza e la forte vitalità che un normale maestro di educazione fisica ha saputo trasmettere a generazioni di giovani e meno giovani, a chiunque lo vedesse percorrere le strade in bicicletta, a chi lo scorgesse un attimo per la strada, dandogli quel "tu" così familiare ormai, a chi incrociasse il suo sguardo carico di solidarietà e di umana piètas, quando ci si trovava a parlare dei problemi della città, degli ultimi come dei cittadini "più illustri".

Personalmente, non dimenticherò mai l'esperienza che ha saputo trasmettermi come insegnante, quando da suo studente incominciavo a capire la realtà che mi stava attorno:  la città e i suoi problemi di vivibilità e di civiltà, la vita che condividevo con gli altri "miei simili", le guerre che leggevamo fredde nelle pagine dei giornali ma che ci coinvolgevano più di quanto potessimo percepire.

Non posso quindi qui negare la forte influenza che ebbe su di me. La forte influenza che ogni ragazzino dovrebbe ricevere dagli adulti più grandi, soprattutto se questi si fregiono del titolo di maestri di scuola. Nel senso originale e più autentico, quindi, l'influenza di un maestro di vita o di un padre. L'influenza che è  fondamentale per formare i cittadini che saranno. E l'influenza che forse a molti miei concittadini è mancata proprio nella fase in cui sarebbe dovuta essere necessaria e che li avrebbe resi consapevoli del ruolo di ognuno nella comunità in cui conviviamo.

Per questo, credo che queste elezioni siano solo un passaggio, temporalmente limitato, del viaggio che quest'uomo ha iniziato con i suoi concittadini e con la sua città. Sperando che molti di voi vorranno condividerlo con lui, e decidere di seguirlo, anche nelle urne, domani e dopodomani, vi racconterò della battaglia di Renato per la biblioteca comunale e l'archivio storico.


Innanzitutto è una vicenda che ho vissuto da vicino e che ha molte implicazione culturali e politiche. Non si tratta solo di un archivio storico, come molti media avevano titotalto nell'occasione. Si tratta di una battaglia culturale e civile non indifferente in una città vuota all'inverosimile di spazi per l'educazione permanenti e opportunità continue di apprendimento. Le biblioteche pubbliche hanno appunto questa funzione: non solo un luogo per prendere libri in prestito, ma anche un luogo da vivere, dove poter trascorrere del tempo dopo il lavoro o in alternativa agli spazi domestici, lasciando all'esterno ogni problema individuale e personale.

Questo è il primo articolo. Buona lettura.




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